A cura di Cinzia Compalati (press office) – Genova, 53° Salone Nautico Internazionale, anno 2013
Bruno, prima di tutto sei e rimani un imprenditore. Parliamo di come e nata la tua azienda?
La mia “avventura” è iniziata a fine anni ’60. Allora, poco più che ventenne, in quegli anni di fermento giovanile, con grande fermezza e determinazione, decisi di intraprendere I’attività metalmeccanica, eseguendo lavorazioni di pezzi di vario genere per aziende locali. Fu un discreto successo, che mi spinse, nel ’68, a fondare la “Rubinetteria Guidi”. ln me è sempre stata prioritaria la consapevolezza di affrontare nuove sfide e intraprendere nuovi percorsi, per cui, quando iniziai ad avere richieste nel settore professionale marino, accolsi con entusiasmo questa opportunità che mi si prospettava. Sin da allora puntai tutto sulla qualità, la sicurezza e l’affidabilità. Caratteristiche che, visti i risultati raggiunti, oggi dalla mia azienda, fortunatamente sono state riconosciute e apprezzate dagli operatori del settore sia italiani che esteri.
Ora però sei anche un mecenate dell’arte contemporanea. Come ci sei arrivato? È stato un passaggio lento e graduale o un colpo di fulmine?
Direi proprio un colpo di fulmine. Nel 2007 ebbi la fortuna e il piacere di conoscere – attraverso Io studio Anna Fileppo Grafica — la fotografa texana Jill Mathis, alla quale fu affidato l’incarico di realizzare un servizio fotografico per corredare la nostra nuova monografia aziendale. Sono rimasto affascinato dagli scatti di Jill Mathis e dalle sensazioni che essi evocano; non si limitano a documentare le fasi della lavorazione, i prodotti e i ritmi di un processo produttivo che spesso è visto come alienante e meccanico, bensì ne esaltano l’aspetto umano, costruttivo e poetico. Quegli scatti mi hanno reso visibile un mondo sino ad allora completamente nascosto. L’intero stabilimento produttivo si è trasformato ai miei occhi in una galleria d’arte.
Scimmiottando il noto libro di Francesco Bonami Dal Partenone al Panettone, come si passa “dalla valvola al quadro”?
Beh… ogni prodotto nuovo che viene sviluppato, brevettato o no, per noi è un’opera d’arte, la nostra “opera d’arte”. In realtà Arte e Industria sono molto più vicine di quanto comunemente si pensi. Hanno in comune moltissimi aspetti, come la creatività, l’innovazione, l’apertura di nuovi orizzonti e il miglioramento della qualità della vita… per cui il passaggio “dalla valvola al quadro” è attinente.
E poi c’è un ulteriore passaggio: da appassionato e collezionista, hai deciso di creare eventi ad hoc per la valorizzazione dell’arte contemporanea. Un passaggio non affatto scontato, vero?
Io credo che sia una conseguenza inevitabile. Far conoscere anche agli altri ciò che così piacevolmente mi ha colpito e affascinato e – in linea con la caratteristica che mi ha sempre contraddistinto – guardare sempre avanti, verso nuovi eventi e nuove esperienze.
Genova ti ha già visto protagonista di precedenti eventi organizzati in occasione del Salone Nautico. Ce Ii ricordi brevemente?
In collaborazione con lo studio Anna Fileppo Grafica, nel 2011 la mia azienda ha portato a Genova la mostra “Industria”, personale di Jill Mathis, e nel 2012 l’installazione “Love Difference” dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto. “lndustria” è nata sulla scia del successo riscosso dalla nostra monografia aziendale. Nel 2011 abbiamo incaricato Jill Mathis di realizzare un reportage per illustrare le varie fasi della trasformazione delle materie prime nei nostri prodotti finiti. E, ancora una volta, l’occhio deII artista è riuscito a cogliere e rendere memorabili lati inaspettati del nostro processo produttivo. Le soddisfazioni portate da questo evento ci hanno spinto a continuare il percorso artistico intrapreso e siamo stati molto fortunati quando, nel 2012, ci si è presentata l’opportunità di collaborare con Michelangelo Pistoletto. “Love Difference” è uno straordinario tavolo specchiante, che usa il mare Mediterraneo come simbolo di incontro e ci è sembrato particolarmente adatto per l’occasione, visto che durante il Salone Nautico, Genova, città marinara per eccellenza, diventa un punto d’incontro internazionale.
E per questa 53esima edizione invece cosa dobbiamo aspettarci?
Si tratterà di una doppia personale, che vedrà come protagonisti JiIl Mathis e lo scultore inglese Chris Gilmour, che ho conosciuto grazie ai Galleristi Marco Rossi e Alberto Crevola. Chris Gilmour proporrà uno spettacolare yacht, in scala 1:1, interamente realizzato in cartone riciclato e colla. Si tratta della riproduzione di un’imbarcazione costruita negli anni ’70 dagli storici Cantieri Navali Camuffo, già allora clienti della mia azienda. La scultura evidenzierà il motore con gli accessori Guidi. Jill Mathis esporrà una serie di fotografie realizzate sul tema della fabbrica.
Come è nata la partnership con Palazzo Ducale?
I nostri curatori di eventi ci hanno suggerito Palazzo Ducale nel 2011 come suggestiva cornice per ospitare la mostra “Industria”. Ne siamo rimasti colpiti. E‘ un bellissimo palazzo,
di grande valore storico, e quest’anno ci torniamo con piacere.
Il Salone Nautico è per Genova uno degli eventi internazionali più importanti che si svolgono in città. Benché questa direzione sia già stata intrapresa, immagini una sua possibile evoluzione in un grande Fuori Salone, fittissimo di eventi, come accade a Milano in occasione del Salone del mobile?
Si, ritengo che potrebbe essere possibile e, personalmente, lo considero uno sviluppo interessante. Del resto, “Genova in Blu” rappresenta già un passo in questa direzione.